Le voci dei Kiss senza trucchi, al fedele servizio del Rock ‘n’ Roll

Le ugole di Paul Stanley e Gene Simmons sotto esame

 

Le storiche voci dei Kiss, una delle più grandi rock band di sempre, un successo planetario che dura da metà anni ’70. Un boom commerciale avviato con il leggendario Alive, da lì in poi innumerevoli trionfi, più la rivalutazione dei primi tre album.

Gene Simmons

Un baritono che riserva sorprese, soprattutto per un range molto ampio e un’ inaspettata agilità su note alte, cantandole anche in pulito, di cui ha dato prova soprattutto nei primi anni di carriera. The Demon in studio si è spesso spinto su note veramente impressionanti, non per necessità ma per scena, i risultati sono stati ogni volta piacevoli. Un’emissione fluida e leggera, parimenti quando distorce la voce graffiandola, lo fa in modo bilanciato. Molto convincente sulle note basse, probabilmente poco sfruttate a livello melodico nei loro pezzi. Dal vivo la sua resa è stata sempre molto buona, si è gestito bene nei vari tour strafando poco vocalmente, tuttora la sua voce  risulta in buona salute. I suoi famosi vizi, donne e soldoni, non hanno interferito troppo con le sue prestazioni.

Paul Stanley

Un tenore che ha iniziato i ’70 un po’ in sordina, ma nel decennio successivo si è scatenato riempiendo ogni pezzo di acuti, riproponendoli con la stessa efficacia anche nei live. Una messa di voce sempre potente sulle note alte con attacchi a volte bruschi, un volume consistente anche per lo spazio ricavato dal fatto di tenere la laringe quasi sempre abbassata. L’ottima gestione del fiato e la buona tecnica gli hanno permesso in sede live di affrontare pezzi difficili nonostante sia sempre stato impegnato a suonare contemporaneamente la chitarra. Cantante da standard molto alti nella parte medio-acuta del suo range, generoso nel belting, nel 1999 si è cimentato con il musical in teatro, interpretando nel Fantasma dell’Opera il ruolo del protagonista, proprio il fantasma, e non perchè era lo Starchild, ma dopo delle audizioni. La parte bassa del suo registro, non è mai stata il suo forte, infatti con Simmons ha formato un duo complementare di grande funzionalità. Operato alle corde vocali nel 2011, ora la sua voce risulta troppo scoppiettante e purtroppo non per le acrobazie pirotecniche a cui ci aveva abituato, ma per la facilità di rompersi, d’altronde dopo i dollaroni incassati qualcosa ha pagato anche lui per 40 anni di rock, con pochi vizi si, ma cantati con grande foga, tuttavia nei live, nonostante le difficoltà vocali, rimane ancora un grande frontman. Negli anni ’80 e ’90 ci ha regalato delle prestazioni sia dal vivo che in studio indimenticabili.

 

 

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