BLACK SABBATH: THE END OF THE END, LA CHITARRA TORNA AL POTERE

 

Tony Iommi al mixaggio audio rende giustizia al sound dei Sabbath nel film uscito al cinema

Sono i riff granitici del chitarrista Tony Iommi a svettare tra esaltazione e malinconia nel film dei Black Sabbath visto ed udito al cinema.

Ho supervisionato di persona l’audio del docufilm, – ha dichiarato Iommi in una recente intervista -, è un procedimento molto difficoltoso. Mi sono messo a lavorare a stretto contatto con tutto lo staff della produzione e le persone che hanno girato, fondamentalmente mi sono occupato dei suoni e del mixaggio, quindi di ciò di cui mi intendo di più. Però è molto duro come lavoro, specialmente quando ci si occupa di musica dal vivo. E la difficoltà aumenta se tu sei una delle persone che è stata in tour e ha suonato il materiale che poi devi rivedere,non è semplice valutare con distacco”.

Il risultato si sente, eccome. Nelle ultime pubblicazioni dei Sabbath, “13” e il dvd live “Gathered in their Masses” , il suono non è stato così convincente, soprattutto per quanto riguarda la chitarra di Tony, che in alcune parti dell’album risulta un po’ bassina di volume rispetto agli altri stumenti con una distorsione non così incisiva, come tutti si sarebbero aspettati.                    

Questa volta tutto suona al meglio, meno artefatto, anche il cantato del mitico Ozzy Osbourne si rivela più reale, più live, più onesto. Ben equilibrato il basso, con il solito gran lavoro di Geezer Butler, strumentista e paroliere spesso sottostimato, energica la batteria dell’ormai turnista live ufficiale Tommy Clufetos, sempre più in sintonia con il resto della band.

La Eagle Vision ha già annunciato la pubblicazione del film-documentario in tutti i formati disponibili a partire dal 17 novembre. Gli estratti live sono stati registrati nell’ultima data del tour, il 4 febbraio 2017 alla Genting Arena di Birmingham, la città dove tutto ebbe inizio mezzo secolo fa.

Nella nuova pubblicazione ci saranno delle tracce extra non incluse nell’edizione cinematografica del documentario, si tratterà di “Sweet Leaf” e “Tomorrow’s Dream” provate in studio nella Angelic Session, la vera chicca per i fans più accaniti. Nelle sale si è assistito all’alternarsi di canzoni esegutite in concerto ed interviste che hanno soddisfatto gli spettatori. Il risultato finale è ottimo ed acquista ancora più valore se paragonato al piatto dvd “Gathered in their Masses”, che presentava un pubblico stranamente statico e poco coinvolto, molto meglio ripescare e rigustarsi “The Last Supper” del 1999.    

La nota dolente è stata quella di non vedere Bill Ward dietro le pelli nemmeno per un pezzo, il batterista viene citato più volte dagli altri membri originali del gruppo, apparsi sinceramente dispiaciuti per non essere riusciti a risanare la frattura.

La fine di un tour mondiale sicuramente si, ma non la fine della band. Pronosticabile vederli ancora in singoli concertoni e perchè no in un nuovo album.

L’album dopo “13” doveva essere blues – dichiarò Geezer lo scorso aprile -, ma poi è arrivato il tour. Ci sarebbero voluti due o tre anni per fare un disco nel modo giusto e non sapevamo se dopo quel tempo ci saremmo stati ancora. Per questo abbiamo deciso che avremmo fatto prima quest’ultimo tour e forse poi un album blues”.

 

 

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